“‘L’anno in cui i miei genitori andarono in vacanza’ è un film che sarebbe facile etichettare di formula se non fosse semplicemente, bonariamente irresistibile. Questione di feeling, come sempre. Ovvero di casting, di finezza del tocco, di un senso dei dettagli che dà scatto e spessore a ogni momento della strana estate di Mauro, perso come un astronauta dimenticato nello spazio in un polveroso quartiere ebraico di San Paolo, abitato quasi solo da anziani che parlano yiddish; mentre lui, di madre cristiana, non è nemmeno circonciso, come scopre sgomento il vecchio signore che lo prende in casa dopo la morte repentina del nonno… Diretto da un regista esperto in tv per l’infanzia, popolato da ragazzini (e soprattutto ragazzine) portentosi per simpatia ed espressività, ‘L’anno in cui i miei…’ schiva con eleganza e struggimento tutte le trappole dei film sospesi al punto di vista rivelatore (e un po’ facile) del bambino. E conferma il momento di grazia del cinema brasiliano. Specie quando non tambureggia sul Grande Tema ma riscopre con garbo le sue molte anime.” (Fabio Ferzetti, ‘Il Messaggero’, 6 giugno 2008).
Proiezioni ore 19 e 21,30 di giovedì 4 febbraio al Cinema Grande di Altamura.

L’anno in cui i miei genitori andarono in vacanza
Anno: 2006
Titolo originale: O Ano em que Meus Pais Saíram de Férias
Durata: 104′
Nazionalità: BRASILE
Genere: DRAMMATICO
Produzione: GULLANE FILMES, CAOS PRODUÇÕES, MIRAVISTA, GLOBO FILMES, LEREBY, TELEIMAGE, LOCALL
Distribuzione: LUCKY RED 2008
Regia: Cao Hamburger
Attori: Michel Joelsas, Germano Haiut, Paulo Autran, Daniela Piepszyk, Simone Spoladore, Caio Blat, Liliana Castro, Eduardo Moreira, Gabriel Eric Bursztein, Felipe Hanna Braun
Soggetto: Cláudio Galperin, Cao Hamburger
Sceneggiatura: Cláudio Galperin, Bráulio Mantovani, Anna Muylaert, Cao Hamburger
Fotografia: Adriano Goldman
Musiche: Beto Villares
Montaggio: Daniel Rezende
Scenografia: Cássio Amarante
Costumi: Cristina Camargo
Effetti: Marcelo Ferreira Peejay
Trama: Brasile, 1970. Il mondo è in subbuglio per la guerra in Vietnam e la crescente ondata dittatoriale nei paesi del Sud America, ma per il dodicenne Mauro la preoccupazione principale è la nazionale di calcio brasiliana che sta per affrontare il mondiale di calcio in Messico. Tuttavia, gli avvenimenti del suo paese influenzeranno prepotentemente la vita del ragazzo, costretto a lasciare la tranquilla cittadina di Belo Horizonte per trasferirsi nel quartiere Bom Retiro di San Paolo, a casa di suo nonno, dopo che i suoi genitori, militanti di sinistra, abbandonano il Brasile per motivi politici. Purtroppo il nonno muore poco prima dell’arrivo del nipote e al suo arrivo Mauro si ritrova solo, senza sapere come rintracciare la famiglia. Dopo l’iniziale riluttanza, a prendersi cura di lui ci penserà Shlomo, il responsabile della sinagoga, ed il ragazzo entrerà così in contatto con il variopinto e multiculturale universo del quartiere composto da ebrei, italiani, greci e arabi insieme ai quali condividerà anche la sua passione calcistica e sperimenterà le gioie e i dolori dell’ingresso nell’età adulta.
Pubblicato su Millennium Mambo